Intragna e la sua spiaggia e il ponte romano

Intragna, il borgo principale e sede del comune delle Centovalli, è un meraviglioso viaggio nel passato. Il borgo, composto da splendide residenze cresciute attorno a una suggestiva piazza, è un meraviglioso viaggio nel passato. Molti visitatori del Ticino sono interessati a scoprire il lato più autentico della regione e questo villaggio, comodamente raggiungibile con il treno panoramico della Centovallina, è un ottimo punto di partenza.

Intragna, un antico villaggio di case e strade in pietra, è situato sul fianco di una montagna. Dal suo balcone sono visibili la Valle Intrasca e il torrente S. Giovanni, che scorre verso il Lago Maggiore. Il nome Intragna compare per la prima volta in una pergamena del 1124 conservata nell’archivio capitolare di Intra. Un tempo era un villaggio molto popolato – nel 1822 contava oltre 1.294 abitanti – ma oggi se ne contano solo un centinaio a causa della continua migrazione verso i centri del fondovalle. La chiesa di San Giacomo ha subito diverse modifiche nel corso dei secoli. L’attuale struttura fu costruita nel 1717 in aggiunta a un precedente ampliamento. Un atto del 16 novembre 1617, redatto dal cardinale Ferdinando Taverna, concedeva alla parrocchia automa di Intragna il permesso di erigere una chiesa. Un secolo prima Taverna aveva concesso alla parrocchia di Intragna il permesso di costruire una chiesa parrocchiale.

Nella navata della chiesa si trovano sette altari, tutti con pregevoli opere d’arte. L’altare maggiore fu realizzato nel 1764 dalla ditta Buzzi di Viggiù, che nel 1751 realizzò l’altare del S. Rosario nella chiesa di S. Vittore a Intra. Tra il XVIII e il XIX secolo esistevano un mulino di proprietà di un consorzio di paesani chiamato “il Gaggetto” (cioè la ruota dentata), alimentato da una propria riserva d’acqua perpetua, e due torchi privati per l’olio e il vino. Anche gli abitanti di Intragna avevano due torchi privati. (Fonte: Paolo Bernardi, comunicazione personale, dicembre 2012) L’ingresso è libero per vedere le tre miglia e mezzo da Pallanza e tre miglia da Intra, tre miglia e mezzo da Intragna, che si trova su una gobba di montagna. Goffredo Casalis, nel suo “Dizionario geografico della Sardegna”, descrive il paese come povero e i suoi abitanti come semplici.

Una sosta al Museo Regionale delle Centovalli e Pedemonte è d’obbligo. Un affascinante assortimento di 21 sale espositive disposte su tre piani permette di conoscere la storia degli abitanti di questa zona, che per lungo tempo sono stati impiegati come spazzacamini nelle principali città europee. Intragna è un ottimo punto di partenza per l’esplorazione delle Centovalli da parte degli escursionisti. Gli antichi percorsi che collegano i villaggi della regione offrono l’opportunità di scoprire resti archeologici relativi alla società contadina tradizionale.

La montagna di Intragna non è molto fertile ed è adatta solo al pascolo delle capre. Il terreno produce patate, castagne, segale, piccole quantità di uva e grandi quantità di fieno e segale. Gli abitanti sono tipicamente energici, vivaci e ingenui, nonostante le difficili condizioni di vita”. Nel 1792, il sacerdote commentò le cattive condizioni di vita: “Le donne vanno in montagna, gli uomini vanno al loro destino. Gli uomini di questa comunità non restano a casa tutto l’anno, tranne che per le feste di Natale. A gennaio partono per Milano e ad aprile tornano. Durante tutto l’anno si occupano di tutti i lavori. Durante l’inverno coltivano la vite, poi piantano alberi, costruiscono siepi e fanno moroni, aspettano il taglio del fieno, raccolgono noci e castagne”.

Molte tradizioni animano ancora la vita del paese, tra cui spicca la festa delle rape di Cambiesso, che si svolge ogni anno la terza domenica di ottobre. Ogni anno, la terza domenica di ottobre, le rape vengono appese alle pareti della chiesa – in passato venivano appese alla fontana della piazza della chiesa e messe all’asta insieme a polli, conigli e prodotti della campagna come simbolo di gratitudine per il raccolto dell’anno.

La spiaggia sotto il ponte Romano

Una piacevole passeggiata di 15 minuti dalla strada cantonale conduce al Ponte Romano o Nuovo, restaurato nel 1989. Dopo aver attraversato i binari della ferrovia (appena sotto la strada), si può seguire la bella mulattiera lastricata in pietra fino al fiume. Su entrambi i lati del ponte, al cui culmine si trova un’incantevole cappella, si trovano due piccoli sentieri che scendono verso l’acqua, dove si possono raccogliere i sassi che si preferiscono.

È un luogo particolarmente attraente per tutti coloro che amano prendere il sole e fare il bagno: le acque del torrente Melezza e le rocce sotto il ponte romano. Questo luogo vi lascerà a bocca aperta: natura incontaminata, acque limpide, rocce bianche e un magnifico ponte di pietra del 1578. Non è una spiaggia nel senso convenzionale del termine, ma è davvero incredibile.